Cancellarsi da Facebook non è semplice. Il social è avvinghiato alle tue abitudini, al lavoro, agli amici e alle tue passioni come nessuno sa fare, pertanto necessita di molta determinazione e convinzione per uscirne.
Infatti, in questo preciso momento storico, leggere ovvietà, banalità ed ironia copiata e incollata da milioni di persone mi ha stufato. All’origine Facebook mi piaceva, condividevo ogni cosa e riusciva a stimolare in me una sorta di curiosità e mistero nei confronti di un mondo sconosciuto. Adesso tutto si è capovolto, non riesco a confrontarmi con nessuno ed i miei quasi 1000 amici, sono improvvisamente diventati abitudinari. Tutti scrivono o condividono le stesse cose.
Io stesso non so più cosa scrivere, avverto il tedio e la noia e allora mi chiedo è questo il futuro della globalizzazione? Buttare via 2 ore al giorno della nostra vita a leggere noiose banalità è salutare?
Un’altro demerito di Facebook è l’odio che pervade nei post e nei commenti. La cattiveria dilaga senza vergogna, anzi, adesso anche un sempliciotto che vive solo per ballare nei rave, può contraddire a suon di insulti uno scienziato affermato a livello mondiale. Non c’è più rispetto ne decenza, Facebook ha livellato ognuno di noi sullo stesso piano. Siamo diventati improvvisamente tutti uguali e tutti nullità. Esacerbare gli animi sembra il comune denominatore di tutti i commenti, pazienza e ascolto sono miracoli sporadici.
Se oggi incontrassimo casualmente conoscenti o amici, chiunque sarebbe a conoscenza di chi è morto ieri, di cosa ha detto il sindaco, dell’intensità della pioggia in divenire e dell’andamento del contagio. Mia moglie addirittura mi ricorda gli orari delle partite quando le scordo. Non abbiamo più argomenti di discussione generale in presenza, tranne il lavoro e le vacanze. Un tempo tra amici c’era l’umorismo casereccio e le prese in giro, adesso causa covid, usiamo quello che leggiamo sui social. Facebook non ci rende liberi, ci obbliga a diventarne dipendenti!
In questo ecosistema social-dipendente mi raffronto sempre meno e non è rabbia o protagonismo. Vorrei scrivere quello che penso senza contraddittorio, vorrei leggere quello che mi piace senza sponsorizzarlo e vorrei stare con chi voglio senza condividerlo con alcuno. Non parlo poi dei giornalisti, opinionisti e politici faziosi che vogliono indottrinarci ad un emerito cazzo di niente, perché oramai li ho cancellati dalla mia cerchia di “amici”. Onestamente, senza politica in questo momento, sto meglio!!
Ovviamente me la prendo con Facebook ma ne ho fatto parte (ne faccio ancora parte) e anch’io ho scritto post con le stesse boiate sopra citate. Ma vorrei volgere lo sguardo avanti, lasciare il cellulare in tasca più a lungo e tornare a leggere il giornale locale. Sono i miei propositi per quest’anno venturo.
Ho provato così a cancellare definitivamente il mio profilo Facebook, ma non è facile come potremmo pensare, tantomeno immediato. Sono due giorni che sto leggendo le guide per salvare le foto, i contatti, le password ed i protocolli per la cancellazione definitiva.
Intanto mi sono tolto da Instagram definitivamente ed è una liberazione mentale importante. Non vedere più questi giovanissimi che ostentano denaro e voluttà, mi rimette in pace con il futuro.
Non so se porterò a termine i miei intenti (ho anche un’attività su Facebook) ma se in avvenire vorrete parlare con me, mi troverete al telefono, su questo sito internet o per email, i commenti ai miei articoli non sono più disponibili.
A presto.
Antonio