Donatella Cinelli, grande studiosa di gastronomia e di ricette antiche, avverte: “presumibilmente ha un’ antica origine grossetana, ma è sicuramente la più nota sulle colline del “brunello”. Un gusto austero e deciso che può sembrare nuovo ai palati moderni; e invece è molto, molto vecchio.

Si chiama boscaiola perché le famiglie dei taglialegna la cucinavano quando si trasferivano nelle capanne di terra in mezzo al bosco”.  Anche in questa ricetta, come in molte altre della maremma, non si prevedeva un’ingrediente molto importante: le uova.

Questo comportamento denota come l’acqua cotta abbia nella sua storia, influenzato questa terra, come questa ricetta sia stata prima portata, poi caratterizzata e trasformata di paese in paese, di tradizione in tradizione, di necessità in necessità. Il fascino di questa ricetta è che chiunque (un ristorante, una cuoca, una mamma) può creare l’acqua cotta come vuole senza sbagliare mai.

E’ bene ricordarsi però che nell’antichità questo piatto povero, era molto brodoso e fatto di erbe trovate per strada o verdure coltivate nell’orto.

Gli ingredienti di questa ricetta di Donatella Cinelli per 4 persone sono i seguenti:  400 g di bietole, 1 cucchiaio di conserva di pomodoro, 1 litro di brodo di carne, 1 cipolla rossa, 200 g di pane, olio di oliva, sale e pepe…

Preparazione: soffriggete nell’olio la cipolla tritata finemente. Aggiungere le bietole tagliate in modo grossolano. Sale e pepe. Quindi unite la conserva, il brodo e continuate a fuoco basso per 40 minuti. Tagliate a fette sottili il pane e gettatelo nella padella rimestando dolcemente. Dopo qualche minuto la minestra è pronta per essere servita.

La foto è stata presa come esempio liberamente da internet.