Dopo aver letto l’articolo della guida Michelin sulle nuove assegnazioni 2019 in merito alle stelle attribuite ai nostri ristoranti, trattorie o osterie della provincia di Grosseto, mi sono posto la domanda che vorrei sottoporre anche alla vostra attenzione. Perché così poche stelle e riconoscimenti per la nostra ristorazione maremmana?
Le note liete maremmane sono sempre le conferme di Caino, Silene, Bracali, La trattoria di Enrico Bartolini e Il Pellicano. Note liete maremmane non grossetane.
Non ci sono ristoranti stellati nella città di Grosseto, ed un solo, ripeto uno solo Bib Gourmand recensito. E infatti dalla Guida Michelin si ravvisa finalmente e si fa notare, almeno secondo la mia opinione, il ristorante Canapone, esempio di confort culinario unito ad una buona estetica, ma il nostro capoluogo non ha altro, niente con il quale distinguersi.
Possibile che tutti i grossetani rincorrono ristoranti economici, di media qualità (per non essere offensivo), che amino solo salsicce, pizza e tortelli caserecci? Capisco la tradizione, condivido le difficoltà economiche del momento, ma viene meno quell’aspetto di intraprendenza, creatività e coraggio che contraddistinguono imprenditori passionali verso l’arte della ristorazione. Ma non penso sia colpa solo degli imprenditori.
Credo che la soluzione o il problema si deve porre anche agli enti preposti, alle associazioni e alle scuole di cucina di Grosseto per esortarle ad intraprendere una strada di insegnamento, basata sulla creatività, sulle ambizioni lecite e sulla promozione di progetti unici e concorrenziali.
Insegnare ad essere unici in cucina è fondamentale.
Non me ne vogliano i ristoratori grossetani (sono anche io uno di voi) ma onestamente, escluso poche realtà, c’è bisogno di una nuova intraprendenza, di passione e di studio. Come adesso non si arriva da nessuna parte.
Occorrono nuovi menù, nuove ricette, nuove strade di studio e nuove estetiche.
Nel mio piccolo, nella mia piccola osteria, mi sforzo di non assecondare troppo i clienti e di perseguire una strada definita, un percorso di qualità, passione e coraggio. Dipendesse dai mei clienti dovrei fare solo spaghetti alle vongole e fritti misti di mare. Non ci cascate, fate fare esperienze sempre diverse, restate unici e credibili e trovate un punto d’incontro con i vostri clienti.
Vi ho descritto l’unica chiave che mi permette di rimanere sereno con me stesso quando entro in cucina.
Nella foto principale un grande piatto del ristorante Caino.