Oggi è il mio ultimo giorno di semilibertà, sono al mare, nella mia spiaggia. Domani chiude quasi tutto nuovamente, come in un secondo capitolo di un film di Spielberg, con le saracinesche che si abbasseranno inesorabili sui nostri bisogni prima ancora dei sogni.
Aspetteremo così, davanti alla TV come comparse zombi, le conta dei contagiati e le strazianti testimonianze di chi perderà una persona cara. Nel mezzo della malinconia condiremo la nostra cena con le parole roboanti dei nostri esperti virologi e prima di riposare, leggeremo sui social i soliti idioti che condivideranno i meme “bisogna essere positivi”. Positivi…!! Bell’ironia del cazzo.
Purtroppo i morti di questa seconda ondata sono già troppi, tanto da sentirne gli odori. La paura serpeggia a casa mia come una muffa tossica e maleodorante. Io mi sforzo ad aprire le finestre, a fare riscontro, ma lei persiste, entra e riposta nell’angolo più oscuro della casa, rilascia continuamente le sue spore maledette. E la mia ansia cresce.
Nessuno può veramente aiutarci, nessuno ci curerà come vorremmo essere curati e nessuno busserà alla nostra porta per una parola di conforto. Saremo soli e ineluttabilmente fragili. Alla fine di tutto dovremo rimboccarci le maniche e riassettare le nostre esistenze per il bene planetario. Ciò che mi sprona, in questo momento ad essere ottimista, non sono le occasioni che arriveranno o le speranze di una guarigione miracolosa, bensì l’eredità che deciderò di lasciare alla mia famiglia, ai miei parenti e a tutta la cerchia di persone che conosco.
Mi sento di dare molto in questo senso, non vedo l’ora che tutto finisca per dimostrarlo con i fatti. Sono venuto sulla spiaggia dopo aver visto un documentario sul nostro pianeta, parlava di sovraffollamento del genere umano.
Buona fortuna!
Antonio
