Questa è una ricetta che ci riporta veramente indietro nel tempo, con tanti elementi poveri che hanno insieme un fascino eccezionale. Mio padre amava fare questo piatto in casa in campagna, era semplice da confezionare e dava molte soddisfazioni.
I nostri nonni scrivevano: “dei fagioli secchi, un fiasco non impagliato, un camino, una brusta che scoppietta, qualche sano odore di campo, un’aglietto e l’olio eccezionale delle nostre colline.”
I fagioli secchi vanno preparati a partire dal giorno precedente, mettendoli in acqua per farli riprendere.
Ricetta
Quindi si inseriscono nel nostro fiasco, insieme a circa 1⁄2 decilitro di olio extravergine. Un ciuffo abbondante di salvia (staccatene le foglie, così in cottura vanno un po’ a giro nel fiasco…) e l’aglio, insieme ad un bel bicchiere di acqua (si può utilizzare un bicchiere di acqua usata per bagnare i fagioli: non si butta via niente…).
Si tappa il nostro fiasco con della stoppa, facendone un batuffolo, e lo appoggiamo in prossimità del fuoco sulla cenere calda, tenendolo in equilibrio con uno spago che dal collo del fiasco va al camino, o al gancio che serve per il tegame della “pulenda”.
Dopo un’ora circa, si sposta il fiasco ancora più verso il centro, e cuociamo per altre 3 ore: capirete che per la quantità di fuoco che serve per la cottura, è bene fare questa ricetta in un giorno particolarmente freddo…
Dopo questo tempo, il liquido interno sarà stato assorbito completamente dai fagioli, molti dei quali si presenteranno sfatti, in una crema che al solo vederla vi farà leccare i baffi. Togliamo i fagioli dal fuoco, li poniamo in una terrina, e li condiamo con un filo di olio extravergine di oliva crudo, con un po’ di sale e di pepe. Buon appetito!
Tutte le ricette potete ritrovarle nel mio libro Il fare insegna fare inserito nel menù dei contatti.
